Con tutto il dovuto rispetto per le opinioni altrui, mi permetto di dissentire. L'articolo è scritto in uno stile approssimativo, è pieno di refusi, parole mancanti, concetti espressi in maniera contorta. Non rileva il fatto che scrivendo di motori non è necessario essere stilisticamente perfetti. Non è così, perché quando si scrive per professione bisogna farlo dignitosamente, a prescindere dall’argomento, bisogna essere chiari nell’esposizione. E sopratutto rileggere e correggere le bozze, in modo da evitare di infastidire il lettore con un numero elevato di refusi che rendono il testo sciatto e dilettantesco. Non è come scrivere frettolosamente su un forum o su una chat da un cellulare, è tutt’altra faccenda: è professione.
Passando alla tecnica, l’articolo è inutilmente agiografico ed eccessivamente celebrativo. Perfino i notissimi difetti della Montreal, come fa notare Francesco a proposito del sistema frenante, diventano la norma o addirittura pregi. Perfino la Spica è un prodotto d’eccezione che però stranamente non è stato utilizzato su nessun altro modello (salvo le GT America per motivi di omologazione) e non ha avuto alcun seguito produttivo. La parte più assurda è quella che riguarda i presunti successi sportivi, come il 42º tempo in prova (con successivo ritiro in corsa) e la lunga sequela di rotture per trasmissioni triturate. Siamo alla pura invenzione di successi sportivi mai avvenuti.
Ovviamente non conosco la Montreal come Francesco e altri maestri dell’argomento, non l’ho mai guidata, ci sono stato solo una volta da passeggero, scarrozzato gentilmente da Giovanni ma da oltre dieci anni leggo dell’argomento e sono pareri qualificati di Francesco, di Fred, di Giovanni, di Roberto. Tutta gente che la conosce molto bene. Per non parlare delle numerose chiacchierate sul tema fatte in varie occasioni. La Montreal è un ibrido che ha sofferto in fase di gestazione che è stata incredibilmente lunga e tormentata, piena di ripensamenti, un flop commerciale clamoroso, perchè anacronistica in moltissimi particolari, quando è finalmente pervenuta alla produzione di serie. Impietoso il confronto con le sportive tedesche coeve. Certo la meccanica ha il suo bel fascino ma un motore pieno di meriti è stato contestualizzato in maniera catastrofica, inserito in un collage cervellotico. Poi possiamo pure amare alla follia le TVR che non hanno mai brillato per affidabilità, le Facel Vega o altre sportive di poco successo e di breve durata. Al cuore non si comanda ma un articolo tecnico deve essere scritto in una lingua comprensibile ed avere un minimo di credibilità.
Passo all’analisi del testo:
Primo refuso
Secondo refuso:
Terzo:
Quarto, concordanze e manca “[si] erano rese necessarie”
Dopo “diurno” un punto seguito da due punti non si sa perché. Discutibile “deputati” a sollevare (e non anche abbassare), successivo ulteriore refuso.
Manca la parola “pneumatici” dopo abbinati.
Refuso:
Refuso:
“Certe volte mi chiedo che cosa stiamo aspettando” Silenzio “Che sia troppo tardi, Madame”